giovedì 3 dicembre 2009

La capanna incantata

La capanna incatata
Romano Battaglia
“La mia capanna è come una piccola luce in mezzo al bosco […] il legno con il quale è stata costruita ha il profumo della natura, le due finestre sono occhi spalancati sul mare, la porta azzurra è la speranza che si apre al mondo”. Questo romanzo è un vero e proprio inno alla vita, alla madre natura a Dio.
Attraverso un linguaggio semplice e quasi fiabesco vengono affrontati temi profondi come la morte, l’amore, la speranza, la fede con un tocco leggero come la brezza del mare
L’autore è riuscito a costruire un romanzo intelligente, dove fantasia e poesia viaggiano mano nella mano, dove l’amore per le cose semplici, genuine, per la natura fanno da protagonisti
Il tutto sorretto da uno stile di scrittura molto fluida e vivace,da un linguaggio semplice impreziosito da brevi citazioni di Shakespeare, Tagore, Pascoli e Leopardi, creando un’armoniosa mescolanza di prosa e versi altamente evocativa tipica di Battaglia.


Un diario ritrovato e da lì il desiderio di conoscere la vita, la storia di colui che lo ha scritto. Sirio , saggio poeta che abita in una capanna vicino al mare assieme alle sue storie fantastiche e all’amore sconfinato per la natura e gli animali.
Ma chi è in realtà Sirio?
Man mano che si procede con la lettura si svelano le emozioni di quell’uomo misterioso che custodisce un dolce segreto. Si delineano infatti i contorni di un amore fatto di sorrisi e sguardi, di serene chiacchierate da un lato all’altro della siepe tra un vecchio innamorato della vita e una ragazza troppo giovane per comprenderne a fondo il valore. Così il vecchio tenterà di spiegarle la bellezza delle stagioni, l’affetto di cui sono capaci gli animali, la gioia che si può accendere ogni giorno anche attraverso le piccole cose cui raramente prestiamo attenzione, ma che sono in realtà le più importanti. “Devi soffermarti con umiltà anche dinanzi a una goccia di rugiada che brilla su un filo d’erba, perché potresti riuscire a vedervi dentro l’arcobaleno”.
Attraverso leggende indiane, avventure per mare, alberi innamorati e animali parlanti il vecchio arricchirà l’universo della giovane, tentando di rallegrarla durante la malattia che la costringe sempre più spesso a letto e che alla fine la porterà alla tomba.
Qui le pagine si interrompono lasciando un eloquente spazio vuoto. Il dolore è sommesso e racchiuso, ma comunque palpabile. Sirio soffre assieme a tutto il mondo che aveva creato per la sua Serena, ma la grande fede che nutre da sempre e il sentimento di comunione con la natura riusciranno a gettare una luce di speranza per i giorni a venire
“Sorridi. La vita è come una siepe fiorita in una foresta di solitudine dove le foglie sono speranze, i fiori sogni, le spine i giorni tristi della vita. Sorridi. Perche’ le spine, una alla volta, cadranno e la siepe fiorirà ancora a primavera.”

la capanna incantata.jpeg
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